Il primo caso clinico, presentato da Carmen Spaccarotella, ha riguardato un paziente affetto da insufficienza mitralica degenerativa da prolasso con ampio flail, sintomatico e ad alto rischio chirurgico, inizialmente trattato con dispositivo MitraClip di non ultima generazione; la paziente è successivamente andata incontro a progressione della nota deficienza fibroelastica con parziale detachment del lembo mitralico sottoposto a redo percutanea di successo. Nel successivo intervento di Federico Ronco e Marco de Carlo sono stati innanzitutto sottolineati i cardini per un trattamento procedurale percutaneo efficace: un’adeguata esperienza dell’operatore, un fenotipo valvolare non proibitivo e l’evoluzione tecnologica dei dispositivi. Entrambi i relatori hanno però richiesto cautela in tale approccio in pazienti con patologia mitralica degenerativa specialmente se affetti da anatomie valvolari complesse, per i quali la chirurgia cardiaca resta attualmente il gold-standard.
Nella seconda parte della sessione Marianna Adamo ha presentato il caso di un vizio combinato a carico della valvola mitrale (insufficienza mitralica significativa di tipo misto e atrial-related) e tricuspide (insufficienza funzionale massiva) in una paziente sintomatica nonostante terapia medica massimale, con funzione biventricolare ai limiti di norma, priva di ipertensione polmonare e con alto rischio chirurgico. La paziente è stata sottoposta a trattamento percutaneo riparativo edge-to-edge combinato nella stessa seduta. Cesare Baldi e Cosmo Godino hanno successivamente sottolineato i seguenti concetti: in pazienti sottoposti a trattamento con MitraClip la presenza di insufficienza tricuspidalica severa è correlata con gli outcome avversi post-procedurali, l’eventuale miglioramento della severità del difetto è variabile e non prevedibile; infine il trattamento combinato dei vizi mitro-tricuspidalici severi impatta sulla mortalità come si evince dai risultati degli studi retrospettivi TRAMI e Trivalve.
L’interessante discussione, che ha coinvolto anche il panel di esperti (Luigi Fiocca, Elisabetta Bardoni), ha sollevato ulteriori aspetti di rilievo tra i quali la mancanza di evidenze scientifiche solide per comprendere in quali pazienti e con quale timing effettuare un approccio transcatetere combinato alla valvulopatia mitro-tricuspidalica; resta infine fondamentale valutare tutti i possibili approcci alternativi alla riparazione percutanea edge-to-edge (es. edge-to-spacer, anuloplastica diretta o indiretta, impianto di valvole eterotopiche) realizzando un’accurata selezione clinico-anatomica del paziente ed evitando la futilità.