GISE “The Gender Cath Study”

di Chiara Bernelli

Com’è cambiata negli anni e qual è l’attuale realtà dei Cath-Lab Italiani, a fronte della significativa presenza del sesso femminile nel mondo della cardiologia interventistica? E soprattutto, oggi, quali sono i bisogni non soddisfatti e i punti critici sottolineati dai cardiologi interventisti? Questi gli obiettivi perseguiti dal GISE nella survey nazionale “The Gender Issues in Cath-Lab”. Nonostante l’elevato numero di cardiologi interventisti donne in Italia, rispetto ad altri Paesi, resta infatti ampio il divario di genere.

Il registro “The GENDER CATH STUDY” (1), mediante un sondaggio, ha analizzato le abitudini lavorative e della vita privata della popolazione di cardiologi interventisti italiani affiliati al GISE, con il fine di valutare le differenze di genere relative alla vita personale, familiare e professionale. Sono stati 326 i cardiologi interventisti che hanno aderito alla survey promossa dal GISE: il 20,2% aveva <35 anni e il 64,4% più di 10 anni di esperienza lavorativa in Cath-Lab. Un quarto dei partecipanti (26,4%) era costituita da donne. Sono emersi diversi punti salienti, tra i quali la mancata influenza del sesso nel determinare Il carico lavorativo (svolgimento "guardia cardiologica attiva” e di reperibilità), e il differente status tra i due sessi: le donne erano più frequentemente non sposate e senza figli.  È interessante notare che la stragrande maggioranza delle donne ha sottolineato come la gravidanza e l'allattamento abbiano avuto un impatto negativo sullo sviluppo delle proprie competenze professionali e sull'avanzamento di carriera.

Per la prima volta è stato, inoltre, affrontato il tema dell’astensione dal Cath-Lab per entrambi i sessi. Il 38,9% e il 69,6% degli intervistati ha ritenuto utile eseguire simulazioni robotiche di intervento coronarico percutaneo e sessioni di "aggiornamento delle competenze" durante il periodo di esonero dall’attività lavorativa in Cath-Lab, rispettivamente, senza differenze di genere. Complessivamente, l'80% degli intervistati ha descritto come la prevenzione in termini di radioprotezione sia ancora carente e non specifica per genere: basti pensare alla mancata promozione di campagne educative volte a promuovere la sensibilizzazione nei confronti della riduzione del danno delle radiazioni nello sviluppo di malattie degenerative o nel potenziale effetto sulla riduzione della fertilità, oltre all’effetto neoplastico. Infine, un quarto degli intervistati ha riportato episodi di discriminazione sul lavoro, principalmente coinvolgenti il sesso femminile.

Nonostante il “gender gap” si stia progressivamente riducendo, nel campo della cardiologia interventistica esistono ancora divari significativi e soprattutto mancano progetti volti a supportare la formazione e il mantenimento delle abilità durante l’astensione dal Cath Lab, sia che avvenga per motivi fisiologici, quali la gravidanza, che incide maggiormente nel processo formativo precoce, sia per motivi patologici che coinvolgono anche il sesso maschile, con conseguente potenziale danno sulle abilità professionali.

Pertanto, dovrebbero essere sviluppate strategie congiunte per promuovere formazione e avanzamento professionale in queste situazioni; il tema della radioprotezione, infine, dovrebbe essere ulteriormente sviluppato e implementato sulla base del sesso di appartenenza.

Referenze - Chiara Bernelli, Enrico Cerrato, Rebecca Ortega, Emanuela Piccaluga, Elisabetta Ricottini, Alaide Chieffo, Giulia Masiero, Alessio Mattesini, Alessio La Manna, Giuseppe Musumeci, Gender Issues in Italian Catheterization Laboratories: The Gender‐CATH Study. https://doi.org/10.1161/JAHA.120.017537Journal of the American Heart Association. 2021;10:e017537.

NURSING NEWS

Infermieri e Tecnici in Cath-Lab: c'è una differenza di genere?

di Andrea Maschera e Sandra Griggio

La tematica ‘gender’ porta alcune riflessioni anche nel gruppo professionale di Infermieri e Tecnici di Radiologia presenti nei Laboratori di Emodinamica, legate principalmente ai diversi numeri di appartenenza alla società GISE e alle dinamiche lavorative del personale, specialmente nel settore pubblico. Dagli ultimi dati a disposizione appare, infatti, come la differenza di genere sia meno marcata rispetto ad altri gruppi: le iscritte N&T come soci aggregati sono il 45,2 % contro il 54.8 % degli uomini. La componente femminile risulta prevalente tra i laureati nelle professioni sanitarie (1) (media 70 % donne, infermieristica oltre il 90%), e nei prossimi anni sarà destinata a modificarsi. Non sono ad oggi disponibili dati specifici sull'impatto del lavoro nelle situazioni di vita personale, mentre sulle possibilità di carriera, essendo di per sé limitate e solo di tipo non specialistico, non appaiono differenze di genere: il Cath-Lab è una specialità con permanenza temporanea di medio termine, molto motivante e ricco di potenzialità, ma dove l'impegno è premiato senza basi di genere. E’ opportuno ricordare come sia anche particolarmente sentita da parte delle lavoratrici l'importanza di accedere a programmi di radioprotezione e DPI adeguati, così come la necessità di essere più coinvolte nelle nuove tecniche disponibili, con i relativi aspetti multidisciplinari e professionali specifici, sempre più presenti nella pratica quotidiana.


(1) Alma Laurea – 2019 Rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale dei laureati