Joint Session GISE-EAPCI-PCR, resoconto del 17 ottobre

Dopo gli entusiasmanti live da Cosenza e Mantova, abbiamo avuto modo di riflettere su tematiche scottanti. Sessione breve, intensa. Il Presidente Tarantini ha coordinato 5 voci autorevoli, il cui compito è stato di condensare le evidenze disponibili. Facciamo tesoro di un messaggio forte: la tecnologia sostiene la terapia, ma prima del device viene la clinica; segneremo gol solo considerando il paziente nella sua totalità, non limitandoci a anatomia e feasibility. Barbato dimostra che anche nella coronaropatia stabile la PCI, quando è guidata dalla fisiologia, impatta favorevolmente su hard enpoints. Il mondo reale, commenta Fajadet, è fatto di pazienti anziani, fragili, ad alto rischio emorragico, elementi che impongono di contestualizzare la rivascolarizzazione. Dobbiamo chiederci se il paziente può sanguinare, se si giova davvero di un minicrush, o se posso essere semplice e abbreviare la DAPT. Gilard fa notare che la TAVI ha seguito un percorso inverso rispetto alla PCI, iniziando da pazienti complessi, per poi estendersi ai gruppi a rischio minore. Le evidenze a favore di TAVI non sono ancora solide nei gruppi a basso rischio. Haude illustra le strategie di rivascolarizzazione in pazienti con stenosi aortica. L’Heart Team è basilare per decidere quando, come e se rivascolarizzare un paziente candidato a TAVI; le linee guida orientano la scelta, ma non devono incanalarla in schemi rigidi. A Berti il compito di condividere le sfide dell’interventistica su mitrale e tricuspide, valvole dall’anatomia complessa.  A “Long and winding road” (per i fan dei Beatles). Ora, però, andiamo a mangiare un boccone per riordinare le idee di questa splendida mattinata di GISE.

di Leonardo Misuraca