Burning Debates - Resoconto evento del 18 ottobre

Tre duelli, tre temi caldi: il paziente anziano, anche quello a basso rischio, è a priori un candidato a TAVI? Secondo, PCI multivaso o culprit-only PCI nel paziente in shock? Terzo tema, la rapida inibizione piastrinica endovenosa nelle sindromi coronariche acute migliora realmente la prognosi? La TAVI, grazie alla minore invasività, ha avuto un impatto dirompente. Ma, dimostra elegantemente il Prof. Musumeci, anche la cardiochirurgia può oggi rispondere a necessità di ridotta invasività e recupero funzionale rapido. I due approcci, dunque, non possono che essere complementari. Colpi di fioretto tra Grube e Porto sul CULPRIT-SHOCK, seguiti infine da una conclusione comune: è impensabile di praticare sempre e comunque una rivascolarizzazione completa, CTO comprese, nell’IMA complicato da shock. La scelta deve pesare vari fattori: anatomia coronarica, funzione renale, quantità di mezzo di contrasto, comorbidità del paziente. La parola agli americani Angiolillo e Merhan sulla opportunità di ottenere aggressivamente l’inibizione piastrinica con farmaci e.v., abbattendo il rischio di trombosi di stent ma aumentando quello emorragico, oppure agire con più cautela, integrare l’anatomia coronarica al rischio di sanguinamento, e solo allora prendere una decisione. La mia personale impressione è che gli autorevoli duellanti, pur con convinzioni diverse, alla fine convergano: la medicina ha bisogno di conoscenze e tecniche, ma soprattutto di ragionevolezza.

Leonardo Misuraca