Thinkheart, “Big data” e prospettive future

di Fabio Dell’Avvocata

Martedi 15 ottobre 2019 un nuovo capitolo del GISE Thinkheart è stato scritto.Nel primo giorno del 40° Congresso Nazionale dei cardiologi interventisti, parafrasando il discorso di apertura del presidente Giuseppe Tarantini, da un impegno del GISE per dialogare con le istituzioni e assicurare un’equità e l’accesso alle cure ai pazienti in tutto il territorio nazionale, è nato alcuni anni fa il Thinkheart, oggi una consolidata realtà e strumento importantissimo di collegamento con le istituzioni.

Il primo a prendere la parola è stato Todd Brinton (chief scientific Officer, Edwars) che ha fatto un excursus sulla storia delle valvole cardiache fino alle moderne TAVI per poi esporre le future tecnologie di riparazione transcatetere della mitrale e tricuspide. La seconda relazione tenuta da Rob ten Hoedt (executive vice president Medtronic EMEA) ha focalizzato l’attenzione sulla sostenibilità dei sistemi sanitari nazionali pubblici in bilico tra l’avanzamento tecnologico e la necessità del contenimento della spesa. Da quest’ultima relazione si è aperto uno stimolante dibattito che ha visto come protagonisti il prof Robert Alexander (design coach, IBM italia) il quale, parlando di innovazione in ambito sanitario, ha spiegato l’utilità nella pratica medica dell’intelligenza artificiale, strumento eccezionale nelle mani dei medici, ma che per essere valido ha bisogno di “Big data” a tutt’oggi praticamente non disponibili. A questo punto sono state chiamate in causa le istituzioni nella persona di Marcella Marletta (direttore generale dei dispositivi medici e farmaceutici presso il Ministero della Salute) che ha sottolineato come l’innovazione non deve essere considerata un aggravio di spesa, ma un investimento per migliorare le cure e quindi diminuire i costi della sanità in termini di durata e qualità della vita dei pazienti. Pienamente d’accordo è stata anche Rossana Boldi (vice presidente 12 ° commissione) che però sottolineava l’importanza della digitalizzazione, ma ancora non attuata a causa della necessità del mantenimento del tetto di spesa sanitaria.

Interessantissimi dati sono emersi dalla presentazione della dr.essa Seccareccia (Epidemiologa dell’istituto superiore di Sanità) che ha presentato i risultati preliminari dell’Observant II che paragona le TAVI di Prima e nuova generazione confrontando gli outcame come mortalità a 30 gg dell’intervento ed altre complicanze maggiori dimostrando una netta superiorità dei device di ultima generazione. Ha poi preso la parola anche il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Padova Luciano Flor, tirato in causa dal Past President Giuseppe Musumeci, rimarcando il concetto che la spesa sanitaria deve essere mirata all’innovazione e a cure costo-efficaci. Ultimo intervento del sempre brillante Lorenzo Mantovani (prof. di Igiene alla Università Bicocca) che con esempi molto calzanti anche nella loro semplicità, ha sottolineato che spesso non serve un avanzamento delle tecnologie quando non si riesca ad usare la meglio quelle già a disposizione.

Usciti dalla sala ancora una volta si ha l’impressione della difficoltà di interazione tra i vari attori del nostro sistema sanitario nazionale; tra i molteplici spunti di riflessione appare Interessantissima e veramente provocatoria la proposta del Presidente Giuseppe Tarantini di rimborsare i device solo in caso di sopravvivenza del paziente di almeno un anno. A voi le riflessioni….