Expert debate strutturale (TAVI), resoconto del 17 ottobre

Anche quest’anno, il Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE) prevede la presenza di numerose sessioni dedicate al parere degli esperti sui temi più attuali. Ieri si è discusso del trattamento percutaneo della stenosi valvolare aortica. La sessione, moderata da un panel di altissimo livello composto da Antonio Bartorelli (Milano) e Arik Finkelstein (Tel Aviv), ha trattato tre controversie attuali nel trattamento del paziente con stenosi aortica severa. Nella prima Corrado Tamburino (Catania) ha illustrato i motivi per i quali si dovrebbero trattare anche i pazienti con basso rischio chirurgico; al contrario, Alessandro Iadanza (Siena) ha evidenziato i motivi per cui si dovrebbe al momento non trattare questo sottogruppo di pazienti, rispettando le linee guida attuali in attesa dei risultati dei trial randomizzati in corso.

La seconda controversia ha riguardato la durata a lungo termine delle valvole impiantate per via percutanea. Arnaldo Poli (Legnano) ha affrontato il tema della degenerazione delle valvole TAVI approfondendone i meccanismi e paragonando i risultati disponibili a medio termine con quelli delle valvole chirurgiche. Franco Fabbiocchi (Milano) ha, invece, evidenziato i dati a favore della durabilità delle valvole impiantate per via transcatetere. L’ultima controversia ha riguardato il tema sempre più diffuso della gestione del paziente con concomitante malattia coronarica e stenosi aortica severa. Gaetano Contegiacomo (Bari) ha spiegato perché trattare sempre con angioplastica le stenosi coronariche significative nel paziente che deve essere sottoposto a TAVI, mentre Giorgio Baralis (Cuneo) ha evidenziato i dati a supporto nel trattare solo le lesioni prossimali nei pazienti che presentano sintomi. Al termine delle controversie un vasto panel di esperti ha animato la discussione dispensando consigli pratici sulla gestione delle tematiche presentate.

di Alberto Polimeni