Extreme multivessel disease - beyond syntax score

di Giulia Masiero

Una delle prime sessione ad aver aperto la prima giornata del 40° Congresso Nazionale ha affrontato l’eterna controversia del trattamento della malattia coronarica diffusa. Emanuele Barbato, professore associato all’Università Federico II di Napoli, e Giulio Guagliumi, direttore dell’unità di cardiologia interventistica dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, hanno moderato la sessione “Extreme multivessel disease - beyond syntax score”. La sessione è stata organizzata nel tipico stile GISE: un caso clinico controverso, seguito dalla presentazione di due diversi pareri in merito e concluso da una discussione interattiva.

Il primo caso clinico, proposto da Pietro Vandoni, ha coinvolto un giovane paziente con infarto miocardico subacuto stabilizzato con evidenza alla coronarografia di un’occlusione della coronaria destra, una malattia intermedia e diffusa a carico della coronaria sinistra senza coinvolgimento del tronco comune ed uno sviluppato circolo collaterale. L’operatore ha in questo caso tentato la riapertura del vaso culprit, tuttavia in modo inefficace, procedendo a distanza con una valutazione funzionale sulla coronaria sinistra, risultata positiva e conclusasi con una rivascolarizzazione percutanea a carico della stessa. Gli experts e i discussant che hanno preso successivamente parola hanno innanzitutto rimarcato l’importanza dell’intervento dell’heart-team in simili contesti clinici stabilizzati e complessi. Inoltre è stata sottolineata l’importanza della valutazione funzionale, invasiva e non, nella corretta definizione dell’estensione della malattia multivasale, pur riconoscendone i possibili limiti in presenza di una recente sindrome coronarica acuta, ateromasia diffusa e circoli collaterali. E’ stato infine ridimensionato il ruolo diagnostico dell’imaging invasivo nella malattia non coinvolgente il tronco comune.

Il secondo caso clinico, presentato da Flavia Belloni, ha descritto la gestione di una paziente affetta da scompenso cardiaco ingravescente in presenza di una severa coronaropatia multivasale coinvolgente il tronco comune e complicata da una grave depressione della funzione sistolica ventricolare e una valvulopatia mitralica di intermedia severità. La paziente è stata quindi valutata in heart-team, rifiutata dai colleghi cardiochirurghi per le severe comorbilità presenti, e successivamente trattata mediante una rivascolarizzazione percutanea sostenuta da contropulsatore aortico, approcciata mediante un sistema di aterectomia rotazionale ed ottimizzata mediante l’imaging invasivo. A seguire gli experts e discussant presenti hanno descritto e supportato il ruolo dell’imaging e della valutazione funzionale invasivi nella pianificazione ed ottimizzazione di un’angioplastica percutanea a carico del tronco comune, discutendo nel dettaglio i tips and tricks di tali tecniche.