di A. Marini e P. Genoni
The future of TAVI
Emerge la necessità di considerare la procedura di TAVI come una procedura di stenting, al fine di ridurre la durata della degenza e le possibili complicanze correlate:
- Preferire l’uso di anestesia locale
- Mobilizzare il paziente a 6 ore dalla procedura
- In assenza di complicanze, non necessaria degenza in ambiente intensivo (è sufficiente la disponibilità di monitoraggio ECG)
- Eseguire controllo ecocardiografico in prima giornata post-procedura
- Dimissione in seconda giornata
Per prevenire complicanze a livello del sito di accesso, preferire puntura angio-guidata in caso di presenza di calcificazioni. È possibile utilizzare l’accesso radiale come sito di approccio controlaterale (in caso di pazienti con statura inferiore a 170 cm). Fondamentale considerare il rischio di occlusione coronarica a seguito del rilascio della protesi: il rischio è elevato in caso di distanza inferiore a 10 mm tra piano valvolare ed emergenza delle coronarie, e per ridotto diametro a livello della giunzione sinotubulare. In questi casi, può essere utile proteggere la coronaria sinistra posizionando uno stent in essa: in caso di necessità, questo potrà essere retratto e posizionato con l’estremità prossimale a monte della valvola. [...]
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