Nella prima relazione, Emilio Di Lorenzo ha spiegato che nei pazienti a basso rischio, solitamente più giovani, il rapporto tra aspettativa di vita e durability della protesi è rilevante in quanto essi avranno verosimilmente necessità di un secondo (e in alcuni casi un terzo) intervento. Le strategie perseguibili sono tre: SAVR -> ViV -> redoTAVI; TAVI -> SAVR -> ViV; TAVI -> redoTAVI -> redoTAVI. Ciascuna strategia ha i suoi vantaggi e svantaggi.
Successivamente Giovanni Sorropago ha parlato di durability di bioprotesi chirurgiche e THV. Dopo aver spiegato cosa si intende per disfunzione protesica, ha affermato che i predittori di durability di una bioprotesi chirurgica sono età giovane, mismatch paziente-protesi e elevato gradiente post-intervento. Nel caso delle THV, l’insufficienza paravalvolare moderata o severa incide notevolmente sulla prognosi. Inoltre, l’incidenza cumulativa della disfunzione protesica al follow-up è minore nelle THV sovra-anulari rispetto alle bioprotesi chirurgiche.
Marco Barbanti ha parlato poi del riaccesso alle coronarie dopo TAVI, in quanto soprattutto nei giovani il rischio che nel tempo una coronaropatia progredisca è concreto. Due considerazioni: ottimizzare il più possibile l’impianto di TAVI e imparare “tips and tricks” per cannulazioni difficili post-TAVI (per esempio, guida J nel catetere per ottimizzarne posizionamento; filo guida in coronaria + guide extension catheter per cannulazione selettiva).
Nella quarta relazione Chiara Fraccaro ha discusso alcuni aspetti rilevanti di THV-in-THV: meccanismo di failure della prima TAVI; aspettativa di vita del paziente; scelta della prima THV; rischio di ostruzione coronarica; scelta della seconda THV (l’unica che ha attualmente il marchio CE per TAVI in TAVI è la Sapien 3); scelta della taglia della seconda THV; corretto posizionamento della seconda THV.
Infine Marco Zimarino ha parlato di redo-TAVI, partendo da un caso clinico di paziente con disfunzione di Sapien XT impiantata 8 anni prima, trattata con TAVI-in-TAVI (Sapien 3). La decisione tra redoTAVI ed espianto THV + SAVR deriva da una serie di valutazioni non solo anatomiche. Tra le due procedure, la prima è gravata da una mortalità in acuto più bassa, senza differenze tra balloon-expandable e self-expandable.
Nella successiva discussione (moderata da Corrado Tamburino) con il panel di esperti è emersa tra le altre l’opportunità, in caso di SAVR, di una discussione tra emodinamista e cardiochirurgo sulla scelta della bioprotesi, tenendo conto che un paziente giovane verrà probabilmente sottoposto in futuro ad una seconda procedura, per cui la scelta chirurgica condizionerà inevitabilmente la successiva strategia di ViV.