La sessione si è aperta con il caso clinico presentato da Di Serafino: paziente affetto da angina miocardica tipica sottoposto a una procedura di coronarografia diagnostica che ha escluso la presenza di coronaropatia critica. Nella relazione successiva, il prof. Indolfi ha sottolineato l’alta prevalenza della patologia e che la prognosi di tali pazienti resta gravata da tassi di mortalità cardiaca fino a 11% a 10 anni. Ha quindi affrontato la complessità della definizione degli endotipi disfunzione del microcircolo e angina vasospatica ed infine l’importanza del work-up diagnostico mediante angioTAC coronarica (nonché CT-FFR e CT-perfusion), sottolineando tuttavia i limiti dei test non invasivi di ischemia miocardica (specialmente dei test di valutazione della riserva coronarica). Il Prof. De Bruyne ha poi descritto gli strumenti che abbiamo ad oggi a disposizione per la valutazione invasiva della fisiologia intracoronarica, sottolineando, oltre ai più tradizionali indici FFR e CFR l’importanza e rilevanza clinico-diagnostico della misurazione diretta del flusso coronarico a riposo e in iperemia con conseguente determinazione dell’indice di resistenza microvascolare MRR (microvascular resistance index). La recente metodica di misurazione di flusso coronarico continuo risulta riproducibile, operatore indipendente e conseguente una diagnosi rapida e accurata di disfunzione microvascolare.
Nel proprio intervento, il Prof. Porto ha sottolineato ulteriormente l’importanza di un approccio stratificato per l’identificazione dell’endotipo del paziente INOCA/ANOCA (protocollo full-physiology) che permette di guidare successivamente una strategia terapeutica su misura. La Prof Chieffo ha riportato i dati a disposizione sul miglioramento della sintomatologia anginosa in quei pazienti con disfunzione microvascolare mediante strategia terapeutica di tipo interventistico con dispositivo Reducer per la restrizione del seno coronarico, ma sono attesi i risultati degli studi in corso quali REMEDY-PILOT e COSIMA.
Di Serafino ha mostrato la risoluzione del caso clinico, nello specifico l’identificazione, grazie all’attuazione del percorso full-physiology, di una diagnosi di angina vasospastica secondo criteri COVADIS con successiva implementazione e titolazione della terapia con calcio antagonista non diidropiridinico.
La discussione finale tra moderatori, relatori e Panel di esperti, quali De Luca, De Rosa, Fedele, Granatelli, Menozzi, Musumeci, ha toccato diverse tematiche tra cui l’importanza di una diagnosi accurata e multi-stratificata e la necessità di creare percorsi diagnostici standardizzati, di semplice attuazione, per incrementare la penetrazione di un approccio full-physiology. I risultati di due importanti registri italiani multicentrici attualmente in corso, gli studi INOCA-IT e MiVa, aiuteranno ad incrementare le nostre conoscenze in materia.