Le attuali linee guida europee raccomandano l’utilizzo di sistemi di assistenza meccanica al circolo nei pazienti sindrome coronarica acuta complicata da shock cardiogeno con una classe di raccomandazione IIb. Tuttavia, un recente studio randomizzato, il DANGER SHOCK TRIAL, ha evidenziato come l’impiego precoce del dispositivo Impella nei pazienti con SCA-STEMI complicato da shock cardiogeno riduca il rischio di morte per tutte le cause a 180 giorni. Contrariamente nel trial ECLS-SHOCK, l’utilizzo dell’ECMO come sistema di supporto al circolo non determinava una riduzione del rischio di morte rispetto alla terapia medica. Le differenze nei risultati tra questi due studi sono state esaminate dal Dr. Filippo Russo in una specifica sessione al cospetto di esperti dell’argomento quali il Prof. Italo Porto e il Prof. Federico Pappalardo. Differenze nelle caratteristiche cliniche della popolazione e differenze nel timing del posizionamento del sistema di supporto sono alla base della differenza nei risultati tra questi due studi. La sessione è poi proseguita con un caso clinico presentato dal Dr. Enrico Fabris che è stato animato da una vivace discussione tra gli esperti.
La rivascolarizzazione coronarica, come sottolineato dal Prof. Giulio Stefanini, resta un trattamento fondamentale nella gestione di questi pazienti. Come raccomandato dalle linee guida, in base ai dati dello studio CULPRIT SHOCK TRIAL, la rivascolarizzazione andrebbe limitata solo al vaso culprit; tuttavia, un’immediata rivascolarizzazione completa andrebbe considerata quando non è possibile identificare una chiara lesione culprit o in caso di stenosi severe in vasi non-culprit con una vasta area di miocardio a rischio. Il Dr. Tommaso Piva ha successivamente sottolineato l’utilità del cateterismo cardiaco destro nella diagnosi e stadiazione dello shock cardiogeno, e nella escalation/de-escalation dei dispositivi di supporto al circolo. In conclusione, opinione comune tra gli esperti è la necessità di una gestione multidisciplinare dei pazienti con shock cardiogeno per identificare i pazienti con necessità di assistenza di supporto meccanico al circolo e un posizionamento preventivo del dispositivo, piuttosto che in bailout.