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Denervazione renale: è il momento della ribalta?

La Cenerentola delle terapie contro l’ipertensione arteriosa, dopo una partenza incerta, continua ad accumulare consenso ed a guadagnare spazio nelle linee guida.

di Antonio Bruno

È questo uno dei messaggi che emergono dalla sessione dedicata alla denervazione renale della 45° edizione del GISE condotta dagli esperti Marco Contarini di Siracusa ed il Prof. Flavio Ribichini di Verona.

Come evidenziato da Giombattista Barrano, Mohamed Abdirashid e Stefano Galli, tanta attenzione alla selezione del paziente - escludendo, ad esempio, le forme secondarie di ipertensione - e altrettanta cura nella puntura arteriosa e nell’analisi dell’imaging pre-procedurale sono certamente le chiavi per minimizzare le complicanze ed ottenere la massima efficacia dalla procedura.

Restano alcune ombre sui pazienti con insufficienza renale (con VFG < 40 ml/min), che rimangono attualmente a margine delle linee guida. Nella sessione, è stato tuttavia sottolineato come i dubbi su tali pazienti siano sostanzialmente poco rappresentati negli studi, e non da un aumento del tasso di eventi avversi in questo sottogruppo. Inoltre, come evidenziato da Domenico Tavella, stanno emergendo evidenze che dimostrano addirittura un possibile beneficio in questi pazienti.

Altro setting interessante ed innovativo in cui viene proposto l’impiego della denervazione renale è quello dell’ictus in fase acuta, contesto in cui il controllo pressorio è spesso difficile, come evidenzia Francesco Versaci. Tali pazienti, saranno presto oggetto di uno studio dedicato che verrà condotto a Verona sotto la direzione del Prof. Ribichini.

La sessione si è, infine, conclusa con una relazione tecnica a cura di Stefano Galli incentrata sulle principali differenze e potenzialità degli ablatori a radiofrequenza (Spyral) ed ultrasonica (Paradise). Nuove evidenze sono sicuramente necessarie per favorire la diffusione della metodica rendendola un ulteriore tool nell’armamentario della terapia anti-ipertensiva.