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Trattamento percutaneo dell’insufficienza tricuspidale

Earlier is better! Sempre maggiore interesse riveste il trattamento percutaneo dell’insufficienza tricuspidale, una valvola spesso dimenticata in passato.

di Vincenzo Fioretti

L’insufficienza tricuspidale clinicamente rilevante (moderata o severa) si riscontra in circa lo 0.55% della popolazione generale e può avere quattro differenti eziologie (primaria, secondaria a disfunzione ventricolare o atriale, o correlata all’elettrocatere). Come sottolineato dal Prof. Marco Metra, l’insufficienza tricuspidale rappresenta una vera e propria patologia sistemica che impatta in maniera indipendente sulla mortalità. La terapia medica si limita al trattamento dei sintomi da sovraccarico di liquidi con i diuretici senza alcun impatto sulla prognosi.

l trattamento percutaneo della valvulopatia tricuspide è emerso negli ultimi anni come un’attraente alternativa alla chirurgia. Il trattamento percutaneo può avvenire tramite riparazione della valvola mediante impianto di clip oppure sostituzione della valvola, che può avvenire mediante impianto di protesi ortotopica (Evoque) o eterotopica (TricValve). La scelta della strategia e del dispositivo da utilizzare è condizionata dalle caratteristiche cliniche e anatomiche del paziente. I dati ad oggi disponibili, provenienti dai trial randomizzati, mostrano un miglioramento della qualità della vita nei pazienti sottoposti a trattamento percutaneo rispetto al terapia medica, ma senza un significativo miglioramento della prognosi. Tuttavia, come sottolineato dalla Dr.ssa Nedy Brambilla, il recente studio TRIGISTRY ha dimostrato una riduzione della mortalità con un efficace trattamento percutaneo rispetto alla terapia medica nei pazienti con un rischio basso o intermedio, valutato tramite TRI-SCORE.

Inoltre, un intervento, chirurgico o percutaneo, se eseguito tardivamente, cioè in pazienti nei quali il TRI-SCORE è elevato, non ha probabilità di migliorare la prognosi rispetto al solo trattamento medico. Pertanto, alla luce di tali dati, il Dr. Antonio Mangieri ha sottolineato la necessità di indirizzare ad un trattamento precoce i pazienti affetti da insufficienza tricuspidale severa, ovvero prima che la valvulopatia possa determinare profonde modifiche morfo-funzionali.