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Live-in-a-Box “Streamlined Left Atrial Appendage Occlusion”

La chiusura dell’auricola sinistra: da Cenerentola delle procedure interventistiche, si appresta a diventare il pilastro fondamentale nel trattamento dei pazienti con fibrillazione atriale

di Mario Iannaccone

All’alba dei risultati strabilianti dell’OPTION trial, che hanno dimostrato la non inferiorità della chiusura dell’auricola sinistra rispetto alla terapia anticoagulante orale nella fibrillazione atriale sottoposta ad ablazione transcatetere, si è aperta la sessione di Live-in-a-Box “Streamlined Left Atrial Appendage Occlusion” con i casi da Massa e Sassari, presentati rispettivamente da Sergio Berti e Gavino Casu. 

Il Prof. Berti ha esposto il caso di un paziente di 68 anni con fibrillazione atriale (FA) in terapia con Edoxaban 60 mg, il quale presentava un evento ischemico cerebrale in corso di terapia anticoagulante, affrontando i temi della LAA closure on top della terapia anticoagulante orale, in caso di failure di quest’ultima, e dell'importanza dell’imaging TAC nel planning procedura vs l’ecocardiogramma trans-esofegeo (TEE). Il secondo snodo decisionale riguardava la scelta del device sulla base delle informazioni strumentali, nel caso specifico, date le grosse dimensioni, Watchmen FLX 27 o in alternativa un device con disco.  Il caso è stato, quindi, condotto con un approccio minimalistico, guidando la procedura con ecocardiogramma intracardiaco (ICE) che ha permesso di semplificare l’intervento ed evitare la sedazione/IOT rispetto al TEE. 

Nella “1st Pearl”, il Dr. Contarini ha illustrato l’esperienza del suo centro nel quale viene utilizzata la sonda ICE per via trans-esofagea, riducendo al minimo lo stress per il paziente e potendo, quindi, optare per una sedazione cosciente o anche evitare la sedazione. La presentazione del caso clinico è proseguita con la proiezione della procedura, assistita, sia da sonda ICE che mediante fusion-TAC con l’angiografia, in modo da rendere minime le quantità di contrasto utilizzate. La discussione finale ha sottolineato, ancora una volta, l’importanza del planning procedurale per minimizzare quanto più possibile la procedura con strategie che possano evitare l’intubazione e il tempo anestesiologico del paziente. 

Il Dott. Casu ha riportato il caso di un paziente di 78 anni con FA permanente, storia di TIA e conseguente diagnosi di angiopatia amiloide complicata da emorragia intracranica spontanea, mostrando il ruolo della metodica come alternativa all’anticoagulante. La procedura è stata pianificata mediante una metodica di planning virtuale in 3D con realtà aumentata che ha consentito di “toccare con mano” le strutture anatomiche e di poter simulare il modello e le dimensioni del device da utilizzare. Al termine della presentazione, la discussione si incentrata sull’utilità della realtà virtuale nel planning in questo genere di procedure e sulla necessità di una seria implementazione di questi tool. La sessione si è conclusa con la “2nd Pearl” esposta dal Dott. Casu, che ha posto il riflettore soprattutto sulle nuove evidenze di sicurezza ed efficacia dell’Apixaban in basse dosi nei pazienti sottoposti a occlusione di auricola. 

di Francesco Paolo Cancro e Mario Iannaccone