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La formula vincente degli editor attraverso 6 late-breaking trials

Scienza di frontiera, spunti editoriali e nuove prospettive cliniche: sei studi innovativi, selezionati per il loro impatto, hanno acceso i riflettori al GISE. Cosa cercano oggi gli editor delle riviste top?

di Mihail Celeski

Le ultime evidenze scientifiche e le formule vincenti per la pubblicazione: la sessione “Late Breaking Clinical Science - with Editors” ha offerto uno sguardo privilegiato su sei studi di frontiera e sull’interesse degli editor delle principali riviste cardiologiche. Una sessione guidata dai tre chairmen, Carlo Di Mario, Francesco Saia e Giuseppe Tarantini, con il contributo di esperti come Fernando Alfonso e Salvatore De Rosa.

Si parte con la meta-analisi di Gianluca Di Pietro su pazienti sottoposti a PCI ad alto rischio protetta: l’impiego di Impella in contesti complessi (CAD multivasale, con coinvolgimento del tronco comune, disfunzione ventricolare sinistra, ecc.) ha mostrato un profilo di sicurezza e mortalità accettabile nel breve-medio termine. Il Prof. Tarantini illustra i punti forti dello studio, sottolineando che i pazienti con coinvolgimento del tronco comune presentano una mortalità più elevata, indipendentemente dalla presenza di una FEVS <30%...un benchmark importante per future scelte terapeutiche.

Il registro COIL-SEAL, presentato da Enrico Cerrato, ha fatto luce sull’uso dei coil in PCI, una tecnica off-label, ma con un elevato tasso di successo procedurale. I risultati rassicurano in termini di efficacia e sicurezza per il trattamento delle perforazioni coronariche e delle fistole/aneurismi coronarici, anche se il rischio sembra essere più legato alle caratteristiche cliniche del paziente che alla procedura in sé.

Noemi Cenni ha condiviso 10 anni di esperienza sulla dissezione spontanea delle coronarie, una patologia ancora sottodiagnosticata. I dati confermano l’impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti, con recidive nel 12% ed eventi cardiovascolari nel 21% avendo l’ipertensione come predittore indipendente. L’approccio conservativo, quando possibile, si conferma la strategia più efficace.

La gestione delle biforcazioni coronariche con DCB è stata al centro dello studio di Simone Fezzi. Le strategie con DCB si mostrano promettenti anche nella gestione delle biforcazioni, offrendo vantaggi in termini di riduzione del carico totale di stent e possibilità di de-escalation della DAPT. Resta però forte il bisogno di studi più ampi e standardizzati. La sua review sarà presto consultabile sulla rivista Eurointervention.

Dallo studio FIRE, Alberto Sarti ha riportato una sottoanalisi su pazienti anziani post-infarto, mostrando come la rivascolarizzazione completa guidata dalla fisiologia riduca in modo significativo gli eventi ischemici avversi, indipendentemente dalla complessità anatomica delle lesioni non culprit.

Francesco Bendandi ha presentato i dati su DAPT vs SAPT dopo TAVI valve-in-valve: nessuna differenza significativa in termini di eventi avversi cardio-cerebrovascolari maggiori o sanguinamenti, con una bassa incidenza di trombosi valvolare in entrambe le coorti.

A completare la sessione, gli editor di JACC: Cardiovascular Interventions (Prof.ssa Anna Sonia Petronio per conto di David J. Moliterno), EuroIntervention (Prof. Davide Francesco Capodanno), Catheterization and Cardiovascular Interventions (Prof. Robert J. Chilton) e American Journal of Cardiology (Prof. Giuseppe Tarantini per conto di Subash Banerjee) hanno offerto consigli preziosi per gli autori: focus su originalità, rigore metodologico, trasparenza dei dati, chiarezza espositiva e immagini illustrative di alta qualità. Un’occasione unica per coniugare scienza e comunicazione: dal dato clinico alla pubblicazione.