Fisiologia coronarica, ultime novità

di Iginio Colaiori

Pattern fisiopatologici del circolo epicardico: una nuova metrica per il successo della PCI

Un recente studio di Collet et al., pubblicato su Circulation, ha evidenziato come l'analisi dei pattern fisiopatologici del circolo epicardico tramite il Pullback Pressure Gradient (PPG) possa migliorare i risultati della PCI. Il PPG, derivato dall’FFR pullback, aiuta a distinguere tra malattia coronarica focale e diffusa. Lo studio ha dimostrato che i pazienti con malattia focale, caratterizzata da valori più elevati di PPG, hanno riportato miglioramenti significativi nell’FFR post-PCI e una riduzione dei tassi di infarto miocardico periprocedurale rispetto ai pazienti con malattia diffusa. Questo approccio innovativo ha importanti implicazioni cliniche: l'integrazione del PPG nelle valutazioni pre-PCI di routine può migliorare la selezione dei pazienti e ottimizzare i risultati procedurali. L'uso del PPG ha consentito agli operatori di riclassificare circa il 14% dei pazienti, orientando le decisioni terapeutiche verso trattamenti alternativi, come la terapia medica o il CABG. Poiché la malattia coronarica diffusa rimane una sfida con risultati subottimali, l'adozione di strategie basate sul PPG può personalizzare ulteriormente il trattamento e migliorare il successo della rivascolarizzazione.

La termodiluzione coronarica con infusione continua di soluzione salina migliora la valutazione del microcircolo

Secondo le ultime linee guida ESC sulle sindromi coronariche croniche, la valutazione del microcircolo è raccomandata nei pazienti con ANOCA/INOCA, con un’indicazione di classe IB. Un recente studio di Gallinoro et al., pubblicato su JACC, evidenzia i vantaggi della termodiluzione continua rispetto alla termodiluzione a boli di soluzione salina nella valutazione della riserva di resistenza microvascolare coronarica (MRR) e della riserva di flusso coronarico (CFR). In una coorte di 175 pazienti con malattia coronarica non ostruttiva, la termodiluzione continua ha fornito misurazioni più precise rispetto alla termodiluzione a boli, dimostrando una ripetibilità quasi tre volte superiore, rendendola uno strumento più affidabile nella diagnosi della disfunzione microvascolare coronarica (CMD). Lo studio ha evidenziato che circa un terzo dei pazienti è stato riclassificato con la termodiluzione continua, suggerendo che la sua adozione potrebbe migliorare l'accuratezza diagnostica e personalizzare il trattamento nei pazienti con CMD.

 

Bibliografia

1.         Gallinoro E, Bertolone DT, Mizukami T, Paolisso P, Bermpeis K, Munhoz D, Sakai K, Seki R, Ohashi H, Esposito G, et al. Continuous vs Bolus Thermodilution to Assess Microvascular Resistance Reserve. JACC Cardiovasc Interv. 2023;16:2767-2777. doi: 10.1016/j.jcin.2023.09.027

2.         Collet C, Munhoz D, Mizukami T, Sonck J, Matsuo H, Shinke T, Ando H, Ko B, Biscaglia S, Rivero F, et al. Influence of Pathophysiologic Patterns of Coronary Artery Disease on Immediate Percutaneous Coronary Intervention Outcomes. Circulation. 2024;150:586-597. doi: 10.1161/circulationaha.124.069450

3.         Collet C, Sonck J, Vandeloo B, Mizukami T, Roosens B, Lochy S, Argacha JF, Schoors D, Colaiori I, Di Gioia G, et al. Measurement of Hyperemic Pullback Pressure Gradients to Characterize Patterns of Coronary Atherosclerosis. J Am Coll Cardiol. 2019;74:1772-1784. doi: 10.1016/j.jacc.2019.07.072

4.         Belmonte M, Gallinoro E, Pijls NHJ, Bertolone DT, Keulards DCJ, Viscusi MM, Storozhenko T, Mizukami T, Mahendiran T, Seki R, et al. Measuring Absolute Coronary Flow and Microvascular Resistance by Thermodilution: JACC Review Topic of the Week. J Am Coll Cardiol. 2024;83:699-709. doi: 10.1016/j.jacc.2023.12.014