di Dario Buccheri
Sono ormai trascorsi molti anni dalla prima angioplastica con pallone (POBA) effettuata dal padre della cardiologia interventistica, Andreas Grüntzig, il 16 Settembre 1977, e gli effetti di quella stessa procedura sono sopravvissuti al suo inventore per oltre 40 anni (1) L’angioplastica coronarica con solo pallone era una procedura paziente e meticolosa che richiedeva il tempo per una adeguata dilatazione della stenosi e in cui l’unica struttura volta a supportare il vaso espanso era il pallone gonfio, appunto. Purtroppo, non di rado, accadeva che allo sgonfiaggio del pallone si assistesse al collasso acuto del vaso (recoil) che talora esitava nella sua chiusura improvvisa o, con tempistiche più diluite, un rimodellamento della lesione trattata con conseguente ristenosi del vaso determinando, di fatto, un fallimento dell'intervento in una percentuale che andava dal 30 al 40% dei casi (2).
Per far fronte al problema del recoil sono stati introdotti gli stent metallici c.d. “nudi” (BMS) gravati però da un tasso di ristenosi del 20-40%, ancora troppo alto per essere “accettabile” e, successivamente, gli stent medicati di prima generazione (DES) nei quali, il rilascio di un farmaco antiproliferativo ha permesso di ridurre il tasso di ISR al primo anno dopo l’impianto intorno al 5-10% (2). Per abbassare ulteriormente questo valore sono stati ampiamente migliorati sia le piattaforme metalliche, sino ai moderni stent ultra-sottili, che i farmaci antiproliferativi e resi i polimeri sempre più biocompatibili. Tuttavia, nonostante i grandi sforzi dell’industria e degli operatori, attualmente, impiantare un DES vuol dire accettare il fatto che, nei prossimi tre anni, il nostro DES abbia un tasso di fallimento intorno al 10% (2), dato ancora più alto se la lesione è complessa, calcifica, su biforcazione o se impiantiamo più protesi (3). Considerando che la malattia aterosclerotica coronarica colpisce 126 milioni di persone nel mondo (4) ben si intuisce come la ristenosi intrastent sia un problema ancora in cerca di un trattamento efficace.
In quest’ottica, vari sono stati i tentativi di trovare una soluzione efficace e quanto più possibile duratura nel tempo, a partire dall'impiego di POBA con palloni semi- e non-complianti, all'impiego di scoring/cutting balloon, fino all’impianto di un nuovo stent all’interno del primo, o all'intervento con palloni a rilascio di farmaco (DCB). Sono stati sondati anche l’utilizzo di scaffold bioriassorbibili (BRS), dispositivi di aterectomia o laser a eccimeri e,...